IL TANGO DELL’ ABUELA
con
Luca Cambiganu, Cesare Fabiano, Paolo Insogna, Marina Lavagna, Isabella Schianto, Monica Schiavini, Mariella Tissone
Regia di SIMONETTA GUARINO
Scene e costumi: Anna Maria Firpo
Luci e effetti sonori: Piero Giadresco
Assistente alla regia: Paolo Insogna
Compagnia Teatrale I BOCCASCENAH
“Oggi, come cento anni fa, un uomo e una donna si avvinghiano stretti per camminare insieme lungo una vita concentrata in tre minuti. Nessuna danza popolare raggiunge lo stesso livello di comunicazione tra i corpi: emozione, energia, respirazione, abbraccio, palpitazione. Un tango dura tre minuti, e in questo tempo brevissimo, può esserci lo spazio per riconoscere tutto del mondo che ognuno ha di entrare in relazione”
E che cosa succede quando il tango diventa una danza di possesso e di avidità invece che una danza d’amore? Quando i corpi avvinghiati sono quelli del potere e dei sudditi? Quando è l’istituzione stessa, in questo caso quella familiare, a chiederci di condurci in una danza di sacrificio alla quale non possiamo sottrarci?
IL TANGO DELL’ABUELA è la rappresentazione teatrale spassosa e irriverente di una metafora. Una metafora ironica, grottesca, buffa. Una metafora del potere che pretende il sacrificio di “tutti” per poter continuare ad esistere, quei “tutti” che si lasciano divorare in nome di vecchie lealtà e valori strumentali allo status quo.
IL TANGO DELL’ABUELA è un urlo nel silenzio, appunto, della maggioranza silenziosa che tace anche di fronte alla rovinosa caduta di se stessa, dell’ambiente, dei valori di libertè, egalitè, fraternitè e molto altro.
Perché si tace? Il tango dell’Abuela racconta la storia di una famiglia, una come tante, che si consuma per soddisfare l’appetito insaziabile di una nonna-archetipo maligno, senza trovare la forza di attuare realistiche strategie che consentano alla vittima sacrificale di sottrarsi al sacrificio. E sottrarsi all’abuso di potere dell’autorità, rappresentata in questo tango malato da una figura familiare, pare essere un atto di autonomia spaventoso, quasi proibito e illegittimo.
IL TANGO DELL’ABUELA suggerisce forse che la nostra acquiescenza al potere costituito rappresenta in realtà il desiderio di delegare la nostra esistenza allo sguardo di chi ci sovrasta? E che forse la paura del libero arbitrio è più grande del timore di non esistere? L’ultimo interrogativo allo spettatore tra risate e inevitabili riflessioni.
Il Teatro ha una disponibilità di posti a sedere limitata pertanto la prenotazione è consigliata.
Saremo per voi, TELEFONICAMENTE, disponibili il LUNEDI’- MERCOLEDI’ – GIOVEDI’ – VENERDI’ – SABATO dalle 14.00 alle 17.00. In tutti gli altri giorni e orari potete inviarci le vostra prenotazione tramite sms o whatsapp al numero 3317739633 e riceverete la conferma della prenotazione.
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